La questione mediorientale – pt. XIV –

LA QUESTIONE MEDIORIENTALE: ANALISI DELL’INFLUENZA OCCIDENTALE NELLA NASCITA DEI FONDAMENTALISMI ISLAMICI 
– Pt. XIV –

Il 14 novembre 1914 il califfo, Mehmet V, incaricò lo sheikh-ul-Islam di proclamare la guerra santa. I musulmani di tutto il globo vennero chiamati a prendere le armi contro i nemici dell’Impero ottomano, ovvero Gran Bretagna, Francia, Russia, Serbia e Montenegro. Tuttavia, l’appello venne respinto dall’emiro della Mecca, al-Husayn ibn Ali, il quale ricordò che il jihad della spada può essere solo difensivo. Era l’occasione sognata da Londra: l’Islam mondiale scisso su due fronti l’uno mortalmente ostile all’altro nel bel mezzo della Prima guerra mondiale. Già dal 1883 il Khedivato d’Egitto era controllato dall’impero britannico attraverso due cariche importanti come il Sirdar e il Console Generale, tuttavia solo con lo scoppio del primo conflitto mondiale nacque il Sultanato d’Egitto formalmente indipendente dall’impero ottomano, ma pur sempre protettorato di Sua Maestà britannica. Il Cairo divenne la base dell’Intelligence militare e politica britannica in chiave anti-ottomana. All’hotel Savoy, venne insediato un nucleo di esperti del mondo arabo, denominato Arab Bureau, con l’incarico di profilare i leader e capire come farne degli alleati di Londra. Dietro la redazione dell’Arab Bulletin vi erano, tra gli altri, due archeologi che diventeranno agenti segreti per l’Impero: Gertrude Bell e Thomas Edward Lawrence. A ricerche fatte, lo Stato Maggiore incaricò l’Alto Commissario britannico, Sir Henry McMahon, di avviare contatti epistolari con lo Sharif della Mecca, al-Husayn ibn Ali, in quanto unica figura con l’autorevolezza necessaria per realizzare la riscossa araba. Oltre alla discendenza diretta con Maometto, che garantiva un certo proselitismo, vi era anche un fattore politico importante; lo Sharif, infatti, era da tempo in contrasto con Costantinopoli, poiché la costruzione della linea ferrata, giunta fino a Medina e con l’intento di portarla alla Mecca, stava sancendo la fine economica del regno dell’Hijaz, oltre a fornire un rapido mezzo per dislocare migliaia di truppe. L’economia del regno, infatti, era quasi esclusivamente legata agli introiti del pellegrinaggio, poiché i fedeli pagavano lo Sharif affinché fornisse loro protezione lungo il cammino.

(Nella foto: lo Sharif della Mecca, al-Husayn ibn Ali, nei primi anni del Novecento)

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